Come già sappiamo, il mediatore è una figura professionale che ha come scopo quello di facilitare l’interazione e la collaborazione tra due o più soggetti, siano essi persone fisiche o giuridiche.
Nello specifico, il mediatore culturale e linguistico si occupano di consentire un incontro sia tra cittadini di origine/cultura diversa, sia con le pubbliche istituzioni.
Ovviamente, in un mondo sempre più connesso e globalizzato, questa figura ha assunto enorme importanza, in particolar modo a partire dagli anni ’80. Questo quando il nostro paese è stato interessato dai primi flussi di immigrazione che, per forza di cose, richiedevano la presenza di figure che potessero intervenire per l’integrazione in ambito lavorativo, scolastico, sanitario e di gestione pubblica.
Non bastava più tradurre e basta ma si rendeva necessaria la presenza di un professionista che sapesse costruire ponti tra più culture. Questo valorizzando le risorse per una convivenza pacifica tra cittadini di origine straniera e istituzioni italiane e comunitarie.
Chi è e cosa fa il mediatore?
Tendenzialmente il mediatore culturale e linguistico proviene da una delle aree di origine di una delle popolazioni immigrate. Inoltre, a livello legislativo, vive in Italia da almeno due anni e ha, quanto meno, un diploma di scuola superiore. Deve, inoltre, comprendere e interpretare alla perfezione i codici culturali sia del paese di origine che di quello di accoglienza, tratto enormemente importante per evitare conflitti.
Quali sono allora le sue aree di azione? Ecco un breve elenco:
- Intermediazione linguistica
- Creazione di percorsi di inserimento
- Facilitazione degli scambi tra cittadini immigrati e istituzioni
- Analisi del bisogno del singolo utente per progetti ad hoc finalizzati all’integrazione
Tutto questo si concretizza con funzioni di traduzione, comunicazione interpersonale e capacità (soft skills) di ascolto, comprensione e valorizzazione delle differenze.
Come si può immaginare, gli ambiti di intervento sono molteplici e vanno dall’azione nelle scuole a quella in ambito giudiziario, dalla sicurezza e accoglienza di primo livello al settore privato o no-profit.
Esiste una normativa nazionale per i mediatori?
Al momento ci sono solo alcuni abbozzi in testi di legge specifici, legati all’ambito della sicurezza, dell’istruzione e della sanità. Manca però un quadro normativo chiaro e questo causa anche una difficoltà di inserimento nel mondo lavorativo.
Per questo motivo, Formazione 24H si mette a disposizione per assistere il professionista nel suo percorso, garantendogli assistenza burocratica e legale. Oltre a questo permette anche l’ottenimento dell’Attestato di qualità e qualificazione professionale riconosciuto dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), utile anche per ottenere punteggio nelle graduatorie dei bandi.
Per scoprire maggiori informazioni su questa professione e sui vantaggi dedicati, clicca QUI.